La protezione degli spazi esterni e dei perimetri rappresenta il primo step per la difesa contro i tentativi di intrusione

Riuscire ad intercettare i malintenzionati ben prima che entrino negli ambienti interni è la sfida principale di tutti i produttori di antifurti. Ma perché parliamo di sfida? Usiamo questa parola non impropriamente perché intercettare in maniera efficace persone in un ambiente esterno è un’attività complessa, che differenzia un sistema di sicurezza di alto profilo da uno a basso costo.

La giusta risposta alle minacce derivanti dagli agenti esterni

Sono numerosi gli eventi esterni che possono rendere difficoltosa la rilevazione. Pensiamo ad esempio alla nebbia, alle condizioni atmosferiche o al rischio di falsi allarmi come il passaggio imprevedibile di animali randagi. La tecnologia attuale offre numerose soluzioni, sempre più efficaci, ciascuna con delle specificità adatte all’ambiente installativo. Analizziamo in particolare l’efficacia delle barriere ad infrarossi e nei sensori da esterno.

Le barriere ad infrarossi per la protezione perimetrale

Le barriere (composte da un elemento trasmettitore e da uno ricevitore) vengono collocate in punti strategici dei perimetri (ad esempio sul confine di un giardino) o in prossimità di finestre e porte rivolte verso l’esterno. Un invisibile fascio ad infrarossi delimita l’area protetta: non appena un corpo estraneo attraversa il fascio, viene inviato un allarme immediato alla centrale. Le barriere di ultima generazione sono molto precise e non temono neanche la nebbia. Sono infatti dotate di una particolare funzione chiamata “disqualifica”: riescono a individuare la lenta diminuzione del segnale e la associano automaticamente alla presenza di nebbia.

I sensori volumetrici da esterno a protezione del perimetro

sensori volumetrici da esterno, a differenza delle barriere, rilevano il movimento e la presenza di un corpo caldo all’interno della loro zona di copertura. Non appena un malintenzionato entra nell’area protetta, il sensore invia subito l’allarme alla centrale. I sensori di ultima generazione, basati su più tecnologie di rilevazione che lavorano in sinergia sono estremamente precisi e non vengono in nessun modo “ingannati” da elementi esterni quali pioggia, dai movimenti di rami o dai raggi di sole che li colpiscono direttamente. Sul mercato sono disponibili versioni di tipo cablato o senza fili per raggiungere zone difficilmente accessibili e possono essere installati anche nel caso di impianti già esistenti.


La tecnologia è in costante evoluzione al fine di rendere disponibile all’utente delle soluzioni sempre più efficaci, che abbattono il rischio di falsi allarme e che tengono i pericoli ben al di fuori delle mura domestiche.